Diversity management: come inserirlo nella formazione online

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Il diversity management sta diventando sempre di più un requisito fondamentale per quelle aziende che vogliono rimanere competitive sul mercato.

Le attività di responsabilità sociale d’impresa non possono non comprendere quelle di diversity & inclusion, che rappresentano un vero valore aggiunto.

L’attenzione alla diversità e all’inclusione è ormai anche uno dei parametri su cui si basano i giovani nella scelta del posto di lavoro.

Si tratta quindi di uno strumento di employer branding da non sottovalutare, in un momento in cui più che mai bisogna investire sulla talent acquisition.

Oltre all’attrazione dei migliori talenti, un clima inclusivo favorisce anche l’engagement e la fidelizzazione dei lavoratori, impattando sulla produttività in modo da garantire migliori performance.

Ti stai interrogando sul valore aggiunto che può dare ai tuoi corsi di formazione? Leggendo questo articolo ti renderai conto del potere di questo strumento e di come utilizzarlo anche e soprattutto durante la formazione online.

Gli ambiti di applicazione del diversity management

Con il diversity management ci si riferisce a quell’insieme di politiche aziendali volte alla valorizzazione della diversità che può essere di genere, orientamento sessuale, etnia o religione, rispondendo in modo adeguato a diverse esigenze e supportando diversi stili di vita.

Prima di soffermarci sull’ambito della formazione scopriamo quali possono essere le diverse applicazioni.

1. Team working

Il diversity management va inserito nel proprio ambiente di lavoro per cavalcare il cambiamento e l’innovazione, grazie alla possibilità di mettere in luce punti di vista ed esperienze diverse.

Pensa ad esempio ad un gruppo con una giusta distribuzione di età: non mancheranno le idee fresche e brillanti dei giovani ma neanche l’esperienza e la concretezza di persone più grandi.

Anche la provenienza da culture diverse può concorrere alla creazione di un team con una visione più ampia e diverse prospettive.

Non bisogna neanche sottovalutare il conflitto, perché spesso è proprio da questo che scaturiscono le migliori soluzioni.

Lo psicologo Bruce Tuckman ha elaborato un prospettiva interessante sulle fasi di sviluppo di un gruppo di lavoro. Il modello propone quattro fasi:

  1. Forming: i membri prendono familiarità con l’ambiente relazionale e fanno le loro valutazioni sui vari membri. In questa fase un po’ tesa i partecipanti tenderanno a dipendere dal leader, che li guiderà nella definizione di obiettivi e norme
  2. Storming: in questa fase ognuno presenta la sua idea e si mettono a confronto i vari punti di vista con la tecnica di brainstorming. È qui che inevitabilmente nascono i conflitti che, se ben gestiti dal leader, potranno portare ad ottimi risultati
  3. Norming: terminato il momento di storming il gruppo inizia a sviluppare uno spirito orientato al raggiungimento dell’obiettivo, aumentando la coesione tra i membri e valorizzando le differenze al fine di creare rapporti armoniosi
  4. Performing: è la fase matura in cui i membri si conoscono e hanno fiducia reciproca e il gruppo è produttivo e focalizzato sul compito
  5. Adjourning: nella fase finale si ha lo scioglimento del gruppo, che coincide con la fine di un progetto a tempo determinato o con un turnover di partecipanti legato esigenze particolari dell’azienda

In ognuna di queste fasi è facile capire quanto può essere strategico servirsi del diversity management per incoraggiare l’insorgere di conflitti e la gestione degli stessi.

2. Talent Acquisition

Quando si parla di diversity & inclusion non bisogna pensare solo a inserirlo nel team working per massimizzare la produttività.

È fondamentale tenere presente che questo aspetto può essere un vantaggio anche per una strategia di employer branding.

L’employer branding è quell’insieme di tattiche di recruiting marketing volte a rafforzare l’immagine dell’azienda come luogo ideale in cui lavorare.

Come abbiamo già detto, l’adozione di politiche di diversity & inclusion sono una vera e propria calamita per i giovani talenti, che sono sempre più orientati alla scelta del lavoro in base alla condivisione dei valori, alle opportunità di formazione e al clima aziendale.

Quindi non serve solamente incrementare questo tipo di approccio nei team aziendali, ma è importante costruirci intorno una comunicazione coerente che arrivi ai potenziali talenti e a tutti gli stakeholder.

3. Formazione online

Per creare un clima di inclusione è necessario rendere consapevoli i dipendenti dei benefici e i vantaggi a cui porterà il diversity management.

Organizzare corsi di formazione online per introdurre i concetti nella cultura aziendale può essere un ottimo modo per muovere i primi passi verso alti livelli di diversity & inclusion.

L’obiettivo sarà quello di fornire ai partecipanti una conoscenza approfondita sul tema del diversity & inclusion, le sue origini storiche e l’importanza della parità di diritti.

Sarà inoltre necessario analizzare in modo specifico i diversi concetti di diversità, concentrandosi sulle persone appartenenti a diverse minoranze, come la comunità LGBTQIA+, lavoratori con disabilità, persone di diverse religioni, età e generazioni.

L’ideale è affiancare una parte teorica ad altre modalità, per rendere la formazione dinamica e aumentare l’engagement. Ad esempio, ta le modalità più adeguate troviamo:

  • Interventi di esperti
  • Esercizi linguistici mirati all’esplorazione dei bias cognitivi che possono influenzare il linguaggio
  • Workshop su un tema legato alla diversità
  • Quiz

Se hai dubbi sulla formazione online e vuoi approfondire il tema, puoi leggere questi articoli in modo da schiarirti le idee e comprendere tutti i vantaggi dell’e-learning:

Oltre alla possibilità di creare dei corsi specifici riguardanti il tema diversity & inclusion, c’è anche quella valorizzare i tuoi corsi di formazione online inserendo il diversity management all’interno del percorso.

L’apprendimento individuale ha dei limiti se collocato in un contesto aziendale in cui i dipendenti dovranno affrontare spesso progetti in team.

Per questo è indispensabile adottare dei metodi innovativi come il cooperative learning o il collaborative learning per garantire la massima efficacia della formazione online.

L’utilizzo di strumenti come i workshop online, che mette i partecipanti in situazioni di scambio reciproco e di confronto, può diventare la soluzione perfetta per costruire un clima inclusivo e far capire i valori delle diversità.

Bene, dopo aver illustrato i diversi ambiti di applicazione del diversity management, scendiamo nel dettaglio analizzando i vari tipi di diversità con cui potresti avere a che fare in azienda.

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Gender equality: come lavorare sui gender bias

Conoscere ed essere consapevoli di quali sono le diversità da tenere in considerazione per favorire un ambiente inclusivo è il primo step per rivoluzionare il tuo ambiente di lavoro e di formazione online.

Partiamo da un tema che ha una storia lunghissima e che ancora oggi rappresenta una sfida per la realtà in cui viviamo: la parità di genere.

Fare un buon lavoro di diversity management, legato alla gender equality, non significa porre l’attenzione solo su elementi concreti come la parità salariale, che è regolamentata dalla direttiva Ue sulla parità di retribuzione e che potete approfondire leggendo questo articolo.

La vera differenza sta nell’inserire la parità di genere nelle conversazioni quotidiane, che siano di lavoro o informali, negli avvisi, nella disposizione degli spazi e anche nel linguaggio non verbale.

Per rendere reale questo ambiente inclusivo, è necessario lavorare sulla consapevolezza delle persone, portandole ad analizzare i propri comportamenti e atteggiamenti sulla base di quelli che sono i bias cognitivi.

Infatti, quando si parla di gender equality e in generale di tutte le discriminazioni, l’ostacolo principale è la presenza di pregiudizi diffusi e radicati nel pensiero di molte persone. Questi pregiudizi si chiamano bias cognitivi e sono automatismi mentali dai quali si generano credenze e da cui si traggono decisioni veloci. Si tratta, il più delle volte di errori di giudizio che impattano, nella quotidianità, non solo su decisioni e comportamenti ma anche sui processi di pensiero.

Quindi, come lavorare su questi gender bias?

In una prima fase bisogna fare attenzione alla selezione del personale: è necessario assicurarsi che nelle candidature siano presenti un buon numero di candidate, in modo da dare la possibilità a tutti di far parte della selezione finale, in cui viene scelto il candidato ideale.

Successivamente, bisogna garantire una prospettiva di carriera indipendentemente da questioni di genere, aumentando la motivazione delle donne e superando i gender bias. In questo articolo vengono descritti quattro gender bias che ostacolano le donne nel raggiungere posizioni di successo.

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Age management: la forza del mix generazionale

Quante volte hai sentito parlare di gap generazionale? Spesso se ne parla in modo negativo ma la verità è che avere un mix ben gestito di generazioni può essere un enorme vantaggio per la tua azienda.

L’invecchiamento demografico a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni, soprattutto in Italia, ha impattato anche sull’occupazione, tanto che i lavoratori over 60 rappresentano una buona fetta del personale di numerose aziende.

In particolare, è importante riflettere sulla portata del fenomeno di mix generazionale, in quanto sembrano essere cinque le diverse generazioni a confronto che si trovano per la prima volta nella storia a convivere negli stessi luoghi di lavoro: 

  • la Generazione Silenziosa: nata prima del boom economico degli anni ‘50, risulta spesso legata a valori tradizionali come la famiglia, il matrimonio e il lavoro. Non hanno dimestichezza con la tecnologia digitale e non hanno troppa fiducia nel cambiamento.
  • i Boomer: nati tra il 1946 e il 1964, hanno vissuto un periodo di crescita economica che ha permesso loro di dedicarsi a questioni civili, sociali e di dare importanza all’attività politica e al raggiungimento di obiettivi personali.
  • la Generazione X: nata tra il 1965 e il 1980, ha affrontato l’insorgere dei primi problemi ambientali ed ha quindi una maggiore coscienza ecologica.
  • i Millennials: nati tra il 1981 e il 1996, è la prima generazione multiculturale e immersa nella tecnologia digitale, vive il momento dell’euro e della cittadinanza europea.
  • la Gen Z (chiamata anche “Generazione Zoom”): nati tra il 1997 e il 2012, sono presenti su tutti i social network, tra le loro caratteristiche c’è la dinamicità, l’amore per il cambiamento ed il forte orientamento individualista.

Ognuna di queste generazioni ha quindi prospettive, esigenze e mentalità culturali molto diverse, che richiedono soluzioni differenti per garantire il miglior benessere lavorativo possibile.

Con l’age management si intende una serie di iniziative aziendali mirate a valorizzare i punti di forza delle diverse generazioni presenti in un ambiente di lavoro.

L’age management è quindi una branca del diversity management che, se inserita nel luogo di lavoro e nella formazione online, può rappresentare un vantaggio competitivo per l’azienda.

Diversity & Inclusion: un luogo di lavoro per tutti

Sicuramente la gender equality è la pratica di diversity management più conosciuta e per questo l’abbiamo approfondita all’inizio dell’articolo per fare un esempio noto di diversità in ambito aziendale.

L’age management invece è un modello più recente che risponde ad esigenze di un mondo in continua evoluzione e con un progresso tecnologico che richiede di stare al passo e di aggiornare l’intero personale dell’azienda.

Naturalmente questi erano due esempi diversi tra le tantissime diversità che possiamo incontrare oggi, che comprendono anche:

  • Disability: oltre a diffondere il rispetto e la consapevolezza a livello di cultura aziendale, è importante creare un ambiente di lavoro accessibile a persone con disabilità in modo da garantire a tutti in egual modo la fruizione degli spazi aziendali.
  • LGBTQIA+ Community: anche qui il primo passo è lavorare sulla cultura aziendale e garantire il rispetto dell’individuo indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
  • Diversità culturale e religiosa: per questo tipo di diversità è necessario consapevolizzare i vari gruppi di lavoro sul valore aggiunto che può dare ad un progetto il confronto tra persone con background culturali diversi.
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Diversity management nella formazione: lo strumento vincente per la tua academy online

Se sei arrivato fin qui avrai compreso i vantaggi del diversity management in azienda e soprattutto nella formazione online.

Tutto questo può essere applicato nella creazione di un’academy online, ovvero uno spazio virtuale in cui viene ricreato un percorso formativo, costituito da più corsi online, da materiali didattici, da risorse formative e da spazi interattivi per permettere alle persone di imparare, di crescere, di confrontarsi su un certo argomento.

Il confronto è il punto fondamentale per raggiungere quel vantaggio competitivo di cui abbiamo parlato.

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